Pasco la mente d’un sì nobil cibo,
Ch’ambrosia e nectar non invidio a Giove
(Petrarca)
Olio extravergine di oliva di qualità superiore ottenuto da olive Nocellara del Belice, Cerasuola e Biancolilla coltivate nel territorio di Sciacca.
Fruttato di media intensità, al naso sprigiona i profumi del carciofo, del pomodoro e delle erbe aromatiche fresche. L’amaro e il piccante sono bilanciati. L’armonia sensoriale complessiva rende nectare un olio extravergine adatto a tutti i tipi di palato e molto versatile in cucina.
Nectare, però, non è solo un olio buono, è anche un olio che fa bene alla salute.
Oltre, infatti, a poter contare sulla certificazione IGP e alle scrupolose analisi chimiche e organolettiche che ne conseguono, da due anni la nostra azienda ha avviato il percorso di conversione al biologico. Da tempo quindi abbiamo eliminato tutti i pesticidi normalmente utilizzati nella agricoltura convenzionale.
A questo bisogna aggiungere la cura con cui seguiamo i diversi passaggi produttivi. Raccogliamo la Biancolilla quando è ancora verde, quindi aspettiamo che la Cerasuola e la Nocellara raggiungano il giusto grado di maturazione. In questo modo raggiungiamo il miglior bilanciamento possibile delle diverse cultivar e ne sfruttiamo al massimo le potenzialità olfattive, gustative e nutrizionali.
La molitura avviene a poche ore dalla raccolta. Subito dopo essere stato franto, l’olio è conservato in contenitori di acciaio inox chiusi con coperchi a pressione per evitare qualsiasi fenomeno di ossidazione.
Il risultato è un olio leggero, profumato, sano. Usandone un cucchiaio da tavola al giorno (14 ml) gli rendiamo l’onore che merita in quanto elemento principe della dieta mediterranea.
Perché nectare
Come ci ricorda l’antropologo Marino Niola, l’olio è una sostanza che connette. L’olio, infatti, non solo è fondamentale per amalgamare gli ingredienti di una pietanza (anche di una “semplice” insalata) ma, storicamente, tiene insieme anche essere e benessere, ambiente e sviluppo, uomo e territorio. Connettere, legare – ma anche intrecciare, annodare, congiungere – sono tutte sfere di significato riconducibili al verbo latino necto.
È da qui che siamo partiti quando abbiamo deciso di dare un nome al nostro olio. Un nome che volevamo esprimesse non solo il concetto di connessione in generale, ma pure l’idea del legame con la nostra terra.
Necto, però, ha la stessa radice di nectar, e nettare è pure la bevanda degli dèi greci, che si diceva rendesse immortali. Inoltre, per estensione, la parola ‘nettare’ e il suo sinonimo ‘ambrosia’ hanno finito per designare, nella lingua italiana, qualsiasi bevanda di sapore squisito. Proprio come il nostro olio.